Accettiamo di essere UMANI

“Accettiamo di essere umani” … e che potremmo aver sbagliato qualcosa anche noi!

Sui social, vedo spesso post in cui:

  • chi cerca lavoro accusa i Recruiter di non saper fare le selezioni (“non leggono il cv” , “le selezioni le fanno gli ats”, “assumono chi vogliono”..)
  • chi si occupa di Selezione accusa chi cerca lavoro di essere “distratto” (“non ricordano le posizioni a cui si candidano”, “non vengono preparati”..)

A parte il fatto non mi piacciono le generalizzazioni perché, positive o negative, c’è sempre qualcuno che ci rimette, a mio avviso a volte dovremmo metterci più in discussione.

Attribuire la colpa all’altro, non è mai la soluzione.

È sicuramente la strada più semplice, perché libera dal peso della responsabilità.

Mettere in discussione il nostro pensiero o comportamento è più faticoso, richiede un dispendio di tempo ed energie che non sempre siamo disposti ad investire.

Per questo spesso viene più facile seguire i “consigli precotti” dove il capro espiatorio viene identificato al di fuori di noi.

Ma mettersi in discussione è l’unica soluzione se:

? vogliamo crescere, migliorare;

? vogliamo cambiare le dinamiche del processo ed i risultati.

Non abbiamo il potere di cambiare gli altri ma, agendo su noi stessi possiamo cambiare i risultati.

“Cosa posso cambiare?”

Serve uno Psicologo per Cambiare (o Trovare) Lavoro?

La consulenza di carriera è un percorso che permette di acquisire consapevolezza della propria identità professionale, una metodologia efficace da seguire e una strategia d’azione personalizzata per fronteggiare il proprio cambiamento professionale.

A prima vista, sembrerebbe aver poco a che fare con la Psicologia, perlomeno con l’idea comune dello Psicologo. In realtà, come in ogni cambiamento, anche nel processo di cambiamento professionale, si possono presentare degli ostacoli in cui il supporto psicologico risulta fondamentale ed esiste una branca della Psicologia che si occupa anche di questo [Psicologia del Lavoro].

Di seguito, 5 situazioni in cui il mio essere Psicologa del Lavoro è stato d’aiuto!

Cambio Lavoro? Sì, ma Cambio Verso

Quando decidiamo di affrontare un cambiamento, alla base della nostra decisione c’è la consapevolezza che qualcosa non sta funzionando nello status in cui ci troviamo.

Nella sfera professionale, la nostra insoddisfazione può essere dovuta alla situazione lavorativa attuale, per cui decidiamo di cambiare lavoro, ma anche ai risultati che stiamo ottenendo una volta che la ricerca è stata avviata; questo vale anche quando il cambiamento non è una nostra scelta.
Se non siamo soddisfatti di come sta procedendo la nostra ricerca, perché non stiamo ottenendo i risultati sperati, abbiamo due opzioni: stare fermi, in attesa e in balia degli eventi o decidere di attivarsi e cambiare qualcosa.

Cosa possiamo cambiare?

▶️ l’atteggiamento e lo stato d’animo con cui stiamo affrontando il cambiamento;
▶️ il nostro obiettivo professionale affinché sia più chiaro, prima per noi, poi per gli altri;
▶️ la comunicazione, il modo di presentare chi siamo e la nostra direzione;
▶️ la strategia e il metodo di ricerca utilizzato.

? Acquisire la consapevolezza di quale fattore ci sta ostacolando, è il primo passo verso il cambiamento.

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? Tutto questo nel mio libro “Cambio Lavoro? Sì, ma Cambio Verso” Disponibile su Amazon

Fare domande a fine colloquio?

[Fine colloquio] Recruiter: “Ha delle domande?”
Tu cosa rispondi? OVVIAMENTE un “SI!!!” convinto!

In un post recente, ho paragonato la ricerca di un lavoro all’amore: “prima di trovare l’azienda giusta per te, dovrai scontrarti con tante realtà non in linea con ciò che stai cercando”.

Immagina il colloquio come un primo appuntamento, un’occasione per conoscersi, per capire in poco tempo se la persona che hai davanti (l’azienda) potrebbe essere la persona giusta e se vale la pena frequentarsi. Dico “potrebbe” perché la vostra scelta si basa su un’impressione, la certezza l’avrete (entrambi) soltanto conoscendovi meglio, ma deve esserci un interesse iniziale.

Fare domande ti servirà per un duplice scopo:

1) le domande ti servono per capire e decidere, nel poco tempo che hai a disposizione, se il contesto aziendale (o la posizione) fa al caso tuo; sapere in partenza quali caratteristiche stai cercando è fondamentale per una valutazione, ti permetterà di fare domande mirate e sfruttare al meglio il poco tempo del colloquio;

2) le domande dimostrano interesse: se ad un primo appuntamento, dopo che tu hai fatto domande e raccontato un pò di te, alla tua richiesta “vuoi domandarmi qualcosa per conoscermi meglio?” l’altro/a rispondesse “No, No”…
Come immagineresti il finale?

“Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te!”

Il principio della reciprocità, o semplicemente l’altruismo reciproco, quanto viene applicato nelle relazioni interpersonali e nel contesto professionale?

Quotidianamente mi vengono riportati casi in cui non viene fornito un feedback dopo un colloquio, non viene inviata risposta ad un messaggio o una e-mail, non viene offerto nessun tipo di supporto (anche emotivo) per risolvere un problema, come può essere la ricerca di un nuovo lavoro.

Siamo talmente occupati a raggiungere i nostri obiettivi, a portare a termine il nostro lavoro, che spesso non pensiamo quanto un nostro piccolo gesto possa essere d’aiuto per una persona che al momento sta incontrando delle difficoltà.

Ce ne accorgiamo soltanto quando, improvvisamente, ci troviamo noi dall’altra parte della scrivania o del monitor.

Come consulente di carriera, seguo spesso Manager e professionisti che non hanno mai curato abbastanza il loro Network, che spesso non hanno fornito feedback e non hanno risposto a messaggi/e-mail/telefonate e improvvisamente ne scoprono il valore, perché in quel momento sono loro ad averne bisogno e si trovano in difficoltà: come posso contattare una persona che non sento da diverso tempo e con cui a volte sono stato sfuggente?

Per rispetto verso l’altro in primis, ma anche perché “nella vita non si sa mai”:

·        Forniamo sempre feedback, positivi o negativi sono sempre una occasione di confronto e crescita;

·        Rispondiamo ai messaggi, alle e-mail, alle telefonate;

·        Se una persona sta trovando delle difficoltà in un ambito di nostra competenza, dedichiamogli 10 minuti del nostro tempo.

In qualunque interazione, ognuno di noi dovrebbe sempre immaginare di essere l’altro, mettersi nei suoi panni e mettere momentaneamente da parte i propri obiettivi per facilitare l’altro nel raggiungere i suoi.

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